L’osteoporosi è una patologia a carico del sistema scheletrico che comporta una riduzione della massa ossea e un’alterazione della microarchitettura del tessuto scheletrico. In parole semplici è come se l’osso progressivamente si svuotasse diventando meno compatto, meno denso, più povero e debole, creando un indebolimento e una fragilità tale da rendendolo più soggetto a fratture. Basteranno così sollecitazioni anche di lieve entità per causare fratture/ rotture dell’osso. Le sedi di rottura piu frequenti sono a livello del femore, avambraccio e vertebre.In Italia colpisce circa 5 milioni di persone, più di quanto si pensi e questi dati fanno capire che non si tratta di una patologia trascurabile. L’80% delle persone colpite sono donne in menopausa. Come mai? In menopausa viene a mancare il ciclo mestruale e quindi ci sarà una carenza di ormoni estrogeni che rappresentano invece un fattore di protezione per l’osso. Altre cause,oltre il normale processo di invecchiamento, sono abitudini di vita scorrette come sedentarietà, fumo, alimentazione non corretta, carenza di vitamina D ma anche l’assunzione di determinati farmaci per la cura di altre patologie (esempio cortisone). È importante prevenire ed intervenire tempestivamente fin da subito per non peggiorare significativamente la situazione con l’avanzare dell’età e rallentare il processo di invecchiamento e demineralizzazione ossea. L’obiettivo è quello di andare a massimizzare in età puberale la quantità di massa ossea e di preservare tale quantità in età adulta. Cosa significa questo? Che il futuro delle nostre ossa si determina da bambini e non solo da anziani. Sembra strano, ma è proprio così. Sono i nostri primi 20/25 anni di vita che andranno a determinare la qualità futura del nostro osso. A livello fisiologico, dalla nostra nascita fino ai nostri 20 anni di età le nostre ossa crescono in lunghezza e larghezza, si irrobustiscono per supportare la crescita e lo sviluppo del bambino che diventa via via un uomo. A questa prima parte segue una seconda fase che dura all’incirca fino a 25 anni nella donna e fino a 30 nell’uomo, durante la quale si deposita il restante 10% dei minerali nelle ossa e si raggiunge il “picco di massa ossea” , il cui valore ha un’importanza fondamentale nel ridurre le probabilità di sviluppare l’osteoporosi con l’avanzare degli anni. Quindi fino ai 30 anni prevalgono i processi di rimodellamento e accrescimento dell’osso, in cui si raggiunge la massima “quantità” di massa ossa. Superati i 30 anni quindi ormai i giochi sono fatti. A questo punto man mano che gli anni passano e i processi di invecchiamento subentrano, piú che i processi di rimodellamento e di deposito nell’osso prevalgono quelli di riassorbimento e di perdita di massa ossea. È un po come se da giovani ci andassimo a creare un conto in banca da sfruttare nella nostra vita da adulti. Più soldi andiamo a depositare da giovani e meno problemi avremo andando costantemente a prelevare denaro in futuro. Le basi per avere uno scheletro robusto e in salute anche nella terza età si creano quando si è giovani. Quindi meno computer, cellulare e videogiochi da piccoli e assolutamente SI al movimento, al gioco a corpo libero e allo sport per i bambini e le bambine. Un modo per prendersi cura delle nostre ossa è sicuramente quello di fare attività fisica…ma quale tipo di attività risultata essere la migliore? In questo caso, per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi per chi già ne soffre, non tutte le attività sportive vanno bene e risultano essere efficaci. Solitamente i signori e le signore che tendono ad avvicinarsi allo sport in età adulta perche il medico li ha indirizzati a praticare un po di attività fisica per migliorare le condizioni delle loro ossa o le donne che vogliono cercare di evitare con il tempo di andare incontro a questa problematica si iscrivono in piscina per fare attività in acqua come ad esempio l’acquagym, nuoto, hydrobike etc. Sicuramente è vero che sono attività che possono portare altri benefici ma è anche vero che sicuramente sono le meno indicate per la “cura” dell’osteoporosi. Le attività in acqua,a differenza delle attivitá svolte sulla terra ferma,hanno una caratteristica: non hanno gravità. Per un miglioramento della rigenerazione della matrice ossea la letteratura scientifica parla molto chiaramente: è essenziale svolgere attività con carico gravitazionale, quindi a terra con contatto al suolo e non in acqua. Ma quale tipo di attività “a terra”? La scienza sostiene che allenarsi con sovraccarichi e resistenze sia la metodologia più vantaggiosa per la salute delle nostre ossa perché va a “rigenerare” la matrice ossea migliorando la densità minerale. Quindi via libera a esercizi a corpo libero, a saltelli, a creare un impatto con il suolo o all’uso di pesi. È importante quindi svolgere esercizi di impatto al suolo, svolti a terra che creino “stimolazioni “ all’osso. Altro fattore importante è avere buoni livelli di vitamina D (argomento trattato nel post precendente). Con scarsi livelli di vit. D il calcio,anche se integrato dall’esterno, non può essere depositato e assorbito in modo efficace. Il messaggio che voglio lanciare è quindi quello di non aspettare che si arrivi a gravi livelli di osteoporosi per iniziare a prendersi cura delle ossa. Con il movimento possiamo ritardare e prevenire questa problematica e assicurarci un invecchiamento con ossa più forti migliorando la nostra qualità di vita, la qualità dei movimenti, la performance sportiva e delle abilità funzionali. Avere ossa sane é importante per gli sportivi ma é importante anche per la vita di tutti i giorni, per permetterci di fare ,anche ad una certa età, una vita di qualità e di poterci muovere per svolgere le azioni quotidiane con disinvoltura. Come sempre ritorna lo stesso principio: prevenire è meglio che curare.